Mese: agosto 2014

Ma è vero che la natura “non si è accorta di niente”? Guardare per (non) credere alle rassicurazioni del Direttore del Parco

Il 19 agosto Alessandro Spinelli ha effettuato un primo, rapido sopralluogo dopo la riapertura della Tenuta per la valutazione di quanto avvenuto, in preparazione del primo sopralluogo collettivo di domenica 24 agosto. Ecco il suo resoconto, costituito per l’essenziale dal commento di diverse, eloquenti immagini: cliccandole se ne può vedere una copia di maggior dettaglio.

 

Viste le dichiarazioni del Direttore del Parco naturale San Rossore Migliarino Massaciuccoli secondo il quale la “natura di San Rossore non si è accorta di niente” ecco alcune  immagini  che dimostrano esattamente il contrario.

Foto 1-7 – Aspetti attuali della zona occupata dal sotto campo n°5 (tra la chiesa e le piste di allenamento). Appaiono evidenti i danni provocati dalla falciatura, dal calpestio e dal transito di mezzi a motore di grosse dimenzioni. Il giuncheto nonostante le assicurazioni date in più occasioni non è stato  risparmiato.

    

     

Foto 8-11 – Della copertura vegetale della zona prospicente il vecchio campo sportivo trasformato in deposito mezzi e materiali preticamente non si è salvato niente. Gran parte della superficie sembra essere desertificata.In questa zona erano presenti svariati nidi di gruccione alcuni dei quali addirittura censiti dal parco che aveva evitato in un primo momento che la vegetazione presente nelle immediate vicinanze venisse falciata. Di tutti questi nidi oggi non si rileva nessuna traccia.

     

 Foto 12-14 – Il continuo calpestio e il passaggio di mezzi non ha risparmiato le tane dei conigli selvatici che sono state ricoperte dalla sabbia.

     

Foto 15-20 – Sotto campo a Cascine nuove. Qui la situazione è ancora,se possibile,più drammatica. La distruzione del manto vegetale ha trasformato questa parte dei cotoni in un deserto sabbioso. Anche in questa zona erano presenti sia tane di coniglio che nidi di gruccione che adesso sono scomparsi e non certo, come qualcuno ha affermato, a causa della naturale predazione delle volpi.

     

     

Foto 21-22 – La zona in questione era in gran parte interessata da una estesa e fitta copertura di licheni. Nella foto 22 si vede come i licheni all’interno di un piccolo recinto posizionato dal parco per lo studio dell’impatto ambientale si siano mantenuti mentre nell’immagine successiva ci mostra  come in tutto il resto del prato i licheni siano stati ridotti.

  

Foto 23-26 – Anche la pineta limitrofa al suddetto sotto campo ha avuto la sua parte di attenzione. Eppure era stato assicurato (ultima conferenza dei servizi)che nella pineta non si sarebbe fatto nessun tipo di attività.

     

Foto 27- Un contenitore cilindrico senza fondo posizionato nel campo all’inizio dell’attendamento ci permette di vedere come era,in quel punto, la copertura vegetale e di comparare la situazione con la parte non protetta.La differenza è più che evidente.

Queste immagini riguardano solamente una parte molto ridotta dello spazio occupato dalla “città delle tende” il resto rimane da indagare e per questo rivolgo a tutti, ancora una volta, l’invito ad essere presenti domenica prossima (24 agosto) alle ore 9,30 alla chiesa di San rossore per continuare insieme questa ricognizione.

Credo che ne vedremo delle belle nonostante il fatto che “la natura di San Rossore  non sia sia accorta di niente”.

Alessandro spinelli

In attesa di calcolare i danni: prime considerazioni del Comitato

Il 19 agosto il Comitato per la difesa di San Rossore ha emesso il primo comunicato stampa dopo lo svolgimento della Route. Eccolo qui di seguito.

 

Anche il Comitato “Salviamo San Rossore” fa sentire la propria voce

Nei giorni occupati dal maxi-raduno degli scout a San Rossore e in quelli successivi, la stampa locale, ma non solo, ha dedicato all’evento e ai suoi protagonisti – gli scout, le rappresentanze delle varie istituzioni politiche, religiose, delle forze dell’ordine, eccetera – molto spazio, privando i lettori di informazioni da parte di coloro che, definiti “ambientalisti”, avevano paventato danni al patrimonio naturale della Tenuta, in considerazione del grande numero dei partecipanti, delle strutture realizzate (tende, bagni, docce, lavabi, tubazioni, pozzetti, tenso-strutture, palchi, eccetera), del luogo scelto  (i 74 ettari di praterie termo-xeriche mediterranee tra Cascine Nuove e Cascine Vecchie), ricco di biodiversità vegetale ed animale, compresi i numerosissimi  gruccioni e  la popolazione dell’importante Lycosa tarantula, ragno terricolo presente solo in quella zona. Non ci è stato possibile fino ad oggi –  e non lo sarà fino al 24 agosto, per un’ordinanza del direttore del Parco, datata 23 luglio 2014 – verificare con indagini sul campo i possibili danni e le conseguenze dell’impatto antropico su questa parte della Tenuta. Solo dopo tale data potremo fornire un quadro sufficientemente definito di quanto accaduto su basi scientifiche, ma anche riferendoci alle sole documentazioni fotografiche messe in rete, aeree e non, possiamo anticipare che le dichiarazioni magniloquenti e trionfalistiche fatte dal direttore e dal presidente del Parco sembrano fuori luogo. Sorprende che questa Dirigenza, sulla base di due poiane in volo durante la grande messa domenicale e della occasionale presenza di qualche daino incuriosito o “affamato”, possa dire che la natura di San Rossore non “si è accorta di nulla”: non si riesce a capire come tali affermazioni, ascientifiche e superficiali, possano essere state espresse da persone con un ruolo tecnico specifico, dimenticando l’incontrovertibile impatto che oltre trentamila persone e diecimila tende e decine di giorni di lavori preparatori hanno avuto con il terreno, con la vegetazione e le sue componenti floristiche, con le decine di nidi di gruccioni e di conigli presenti, con la già richiamata popolazione di Lycosa e con la microfauna del sito, che nell’insieme rappresentano un biòtopo unico nel Parco. Aggiungiamo che in un libretto distribuito a tutti i partecipanti, un decalogo dettato dal Direttore e dal Presidente del Parco consigliava norme di comportamento, tra le quali il  parlare a bassa voce per non disturbare gli animali. Risibile (e ipocrita) invito, sapendo dal programma che sarebbero stati organizzati almeno due grandi concerti notturni che, come è possibile verificare in rete, sono andati ben oltre i decibel consentiti, in deroga alle norme previste dal Regolamento del Parco.

Al di là dei danni ambientali, emerge una forte preoccupazione derivante dalle dichiarazioni pubbliche più volte espresse dai dirigenti, dagli amministratori e dai politici sul proscenio della Route, secondo le quali San Rossore sarebbe il luogo ideale per ulteriori manifestazioni di massa (come avevamo sin dall’inizio di questa vicenda ipotizzato e temuto), trasformando di fatto un’Area protetta in un parco pubblico, cancellando le finalità per le quali il Parco naturale regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli è stato istituito.

Con l’impegno di fornire indicazioni esaurienti non appena completate le indagini, i cui risultati saranno oggetto di un “Libro bianco”, invitiamo tutti gli organi di stampa in indirizzo a pubblicare questa nota sul dopo Route Agesci, convinti che anche la voce di scienziati, naturalisti, ambientalisti e cittadini che avevano manifestato il loro dissenso sul luogo scelto per la manifestazione, abbia diritto ad essere ascoltata.

Fabio Garbari

Alessando Spinelli

Mauro Nozzolini